cinema

domenica 23 ottobre 2011

VASILIJ GROSSMAN

VITA E DESTINO - parte 2

La prima edizione italiana, 1984


Il luogo principale dell’azione narrativa è Stalingrado sotto l’assedio dei nazisti. Il tempo è l’autunno del 1942. I protagonisti sono i componenti di una famiglia russa. Il narratore segue dall’alto e dall’interno le decine di personaggi, tra principali e corollari e si concede prolessi e analessi, per cui il tempo si dilata al periodo pre-bellico, in particolare alla ‘collettivizzazione’ del 1937, fino ad alcuni riferimenti al dopoguerra. Anche il campo geografico dell’azione si amplia e dal Volga arriva al Caspio, agli Urali, a Mosca, con qualche puntata fino a certi luoghi della Germania hitleriana. Gli ambienti sono i più diversi. C’è il lager tedesco, quello sovietico, il laboratorio di fisica e la centrale elettrica, le postazioni militari, la Lubjanka, la città assediata. E ci sono i commenti, le considerazioni, i pensieri riportati in prima persona dai vari personaggi ma anche dallo stesso narratore.

Grossman rimane all’interno della grande tradizione realista russa ed ha come riferimento Guerra e Pace. Due infatti sono i temi strutturali del romanzo, come lo erano nell’opera tolstoiana. La vita e la Storia. Per tutte le quasi novecento pagine è la vita articolata nelle sue magmatiche sfaccettature che si presenta davanti al lettore. Vita che si oggettivizza nella prassi quotidiana o prende forma di rielaborazione del vissuto che consente la formulazione di verità. I personaggi o l’autore grazie all’esperienza giungono alla conoscenza e il lettore viene reso partecipe di questo dipanarsi dei destini e delle consapevolezze come se assistesse in sala operatoria ad una operazione. Ma non è la freddezza del chirurgo a segnare il tratto distintivo del romanzo quanto la passione dello scienziato che sta sviluppando la teoria che inseguiva da anni. E materia di questa teoria è l’altro tema fondamentale, la Storia. E se in Guerra e pace la riflessione si focalizzava sul periodo napoleonico, in Vita e destino il nodo problematico non può che essere il Comunismo.

E così le singole vite dei vari Štrum, Krymov, Mostovskoj, Ženia si intrecciano alle vicende storiche e rendono possibile una tremenda conclusione: le idee di Lenin che avevano portato alla grande rivoluzione del 1917 si sono trasformate nello Stalinismo e il Comunismo sovietico si è sovrapposto, fino alla coincidenza, con il Nazismo. Questa è la verità che i vari personaggi, tutti profondamente comunisti giungono a percepire ma che da veri proletari leninisti non vogliono accettare.

La coincidenza tra l’URSS di Stalin e la Germania nazista è invece teorizzata senza la minima angoscia dal rappresentante delle SS Liss, direttore del Lager tedesco, dove si svolge una delle tante scene strepitose del romanzo, l’interrogatorio tra Liss e l’eroe bolscevico Mostovskoj.

Tra i numerosi momenti di grande letteratura che questo romanzo ci offre, uno particolarmente significativo è l’ultima lettera prima dell’esecuzione che l’ebrea Anna Semenova immagina di scrivere al figlio, il fisico Štrum. Pagine che andrebbero lette a scuola.
L'edizione Adelphi del 2008


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