cinema

martedì 12 aprile 2011

IMITATION OF LIFE / ALEXANDAR HEMON

IMITATION OF LIFE
ALEXANDAR HEMON - 2000

En Attendant, 2001                                         L'infanzia del mago, 2008


“For a long time I used to go to bed early” ed è subito un colpo al cuore. L’inizio del racconto Imitation of life di Hemon è un calco del celeberrimo “Longtemps, je me suis couché de bonne heure”. Ma il racconto, oltre alla rievocazione dell’infanzia a Sarajevo ha molto a che fare con la scoperta dei mezzi magici che permettevano ad un bambino di sperimentare al massimo grado lo stupore infantile di cui parla Elémire Zolla. I mezzi magici sono la radio, la televisione e il cinema. Prima visti come oggetti (il televisore che entra in casa, la vecchia radio da smontare, il cinema come luogo fisico), poi come suscitatori di fantasticherie: e allora ecco i programmi per ragazzi e il terrore provato di fronte ai mostruosi extraterrestri; le stazioni radio che portavano voci nelle misteriose lingue lontane; il buio della sala e la locandina del film Imitation of life di Douglas Sirk con Lana Turnr “on the beach, her eyes sky-blue, her hair golden, her teeth snow white, her skin virgin pink”.

I ricordi d’infanzia di un uomo di una cinquantina di anni (Hemon è del ’64) sono inevitabilmente legati ai media. Per un bambino cresciuto tra i Sessanta e i Settanta infatti l’immaginario si è andato definendo anche soprattutto grazie alla quotidiana ‘esposizione’ alla TV e alla radio e ‘andare al cine’, entrare nel buio della sala, partecipare al rito collettivo della visione era pratica consueta.
Ecco quindi l’importanza che queste esperienze di imitazione della vita rivestono nella rievocazione del tempo perduto, alle quali si uniscono anche altre esperienze direttamente vissute come i giochi al parco con l’amico del cuore, il primo contatto con la morte, la casa con i vari oggetti pregni di significanza.
Ma è il cinema a colpire il piccolo Alexandar e allora come non ripensare al bellissimo esordio di Kusturica, nella stessa Sarajevo con quel piccolo capolavoro che è Ti ricordi di Dolly Bell o alla risposta di Robert De Niro/Noodles alla domanda “Cosa hai fatto in tutti questi anni?” “ Sono andato a letto presto”, come il protagonista di questo racconto e come il sensibile Marcel.
E con il cinema si chiude Imitation of life. Il finale è magistrale, quando si giunge all’ultima pagina la sorpresa fa salire un groppo di emozione alla gola e ci lascia l’appagamento e la soddisfazione che la bella letteratura regala ad un lettore appassionato.

Il viaggio, 2006

Un po' di sole nell'acqua fredda, 2005
Le immagini sono di Maja Bajevic, artista bosniaca nata a Sarajevo nel 1967

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