cinema

venerdì 7 gennaio 2011

DYLAN THOMAS / JOHN CALE

A CHILD'S CHRISTMAS IN WALES



La poesia di Dylan Thomas è un tronco di vite, nodoso, fibroso, articolato. Si torce, si ingrossa, si snellisce e lancia virgulti teneri che dal verde brillante vireranno, in successive gradazioni, all’oro carico al rubino acceso al terra di Siena bruciato. E tra il fogliame folto le gemme lucide, piene di sapida consistenza.



Siano l’oggettivazione di un disagio esistenziale o la rielaborazione del vissuto infantile, i vert paradis enfantines, per citare Baudelaire, le composizioni di Thomas procedono per emanazioni successive, associazioni sinaptiche che approdano all’immagine capace di suggellare l’intero processo associativo e fissarlo in un’esplosione concentrata di lirismo.
In A Child’s Christmas in Wales Dylan Thomas rovescia sulla pagina un grumo emotivo fatto di rielaborazione nostalgica e gioiosa nella quale si accumulano contiguità immaginative del passato affinate dall’esperienza poetica che separa i due momenti testuali:
l’episodio di un natale, quel natale, solo e unico ma che diventa Il Natale;
il momento della scrittura, in cui il ricordo dalle viscere impalpabili del poeta si coagula nel segno concreto della comunicazione.


Nella prosa lirica di A Child’s Christmas in Wales c’è tutta la poetica di Dylan Thomas, quasi un Fern Hill espanso e concentrato allo stesso tempo, dove il verde e l’oro dell’estate sono sostituiti dal bianco accecante dell’inverno.


Child’s Christmas in Wales è anche il titolo di una canzone di John Cale, contenuta nell’album Paris 1919 del 1973. Anch’egli gallese, nella canzone prova a cimentarsi con il linguaggio thomasiano rievocando l’infanzia e l’eccitazione di un momento di festa.


Il vischio, le arance che sanguinano, le candele e i canti religiosi si mescolano ad esplicite citazioni come quel long legged bait/esca dalle lunghe gambe che avrebbe ripreso anche De André in Dolce luna. Cale ha sempre avuto uno stretto legame con Thomas, molto presente in diverse sue canzoni, alcune delle quali sono poesie di Dylan Thomas musicate, come, per citare solo un esempio, la bellissima Do not go gentle into that good night.

Lou Reed e John Cale, intorno al 1966

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