cinema

sabato 23 ottobre 2010

MARNIE STERN

MARNIE STERN
MARNIE STERN - 2010

Scrive musica e testi, canta e suona ruvidi accordi di chitarra. Marnie Stern, from NYC manda in campo il suo terzo album sostenuta dalla batteria elettricamente low fi di uno scatenato Zach Hill. La coppia fa scintille. L’album ha alle spalle l’esperienza del suicidio di Ash, ex boyfriend di Marnie e la sua presenza ancora tangibile aleggia soprattutto nei testi, a partire dall’esplicita For Ash che come un fulmine apre la serie dei brani. Fulminante è comunque l’aggettivo più appropriato per le composizioni della Stern, in tutto 10 per un total time di poco più di mezz’ora. Ma non è certo la relativa brevità dell’opera, che contiene un’arrabbiatura creatrice da far impallidire album zeppi di tracce inutili, a svalutare il risultato, anzi, vista l'intensità la durata è giusta, un disco più lungo non avrebbe retto altrettanto bene all'ascolto.
Probabilmente la rabbia urlata e suonata hanno qualcosa a che fare con l’evento che ha preceduto la composizione delle canzoni, comunque la trentaquattrenne americana  è veramente prodigiosa e anche un po’ naif in questa sua irruenza con quelle schitarrate che sembrerebbero seventies ma che sono qualcosa di nuovo e di diverso, ascoltare per esempio Gimme. Chitarra batteria e canto urlato si intrecciano quasi melodicamente in Cinco de mayo con repentini crescendo della voce controbilanciati dal finale discendente della ritmica.
Caratteristica presente anche in Risky biz in cui la batteria decelera per consentire alla voce di restare in primo piano a scandire frammenti di frasi. In certi passaggi emergono certi bagliori Banshees, in particolare in Building a body, ma il mood complessivo del disco è un rock da power band senza fronzoli, forse poco differenziato ma salutare, che si chiude con la bellissima The things you notice, chitarra basso e voce, emozione pura.


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